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al testo di Bianca Mannu
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Voglio posare sul tuo petto il capo perché non si dà più ospite contrada. E l’ombra mia più fresca è quella che i frastagli costella, quietamente, delle tue socchiuse ciglia, chine sopra la mia ingarbugliata fronte. Voglio che l’oro delle tue pupille di luce mi rivesta, e il tuo sorriso le mie albe riscaldi, e pur di stelle gli spauriti miei tramonti accenda. Al ritmo mi avvierò del tuo respiro verso l’abisso d’un serale sonno rorido di baci, le tue mani amiche teneramente discorsive con le mie palme sbigottite e manse, alle quali mostrando vai la saggia via del sereno riposo, che già torna, mirabilmente, ad essere fanciullo. E scandisci per esso, col pulsare segreto del tuo cuore, melopée soavi di tregua e possibili accordi fra i guasti del mio vivere frusto. Intanto, come pane fresco di forno, esala la tua pelle un che di buono, qualcosa d’essenziale: un nutrimento che sostiene il mio, forse incerto, passo verso la soglia del non – luogo, dove l’andare mio si siede e aspetta … |
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